Avevo dieci anni quando spiavo dalla finestra le cinciarelle che piroettavano a testa in giù sull’albero di nespolo del Giappone della casa dei miei zii, a Forru, saltando di frutto in frutto in cerca di afidi. Ci rimanevo ore e ore, incantato.
Oggi dai vetri della mia cucina assisto alla visita puntuale di una coppia di cinciallegre (“i banditi”, come ormai le chiamiamo in casa), abituate a rubare le mandorle da un cesto lasciato in veranda.
Il piacere di osservare questi animali indisturbati nel proprio giardino è unico, ed è lo stesso di vent’anni fa.
Io adoro le piccole cose. Sono sempre stato attratto dai luoghi semplici, dalla piccola scala, dai particolari umili, da quegli elementi di tutti i giorni che in tanti ignorano ma che visti da vicino vantano tutte le qualità per poter essere considerati di massimo valore, vitali.
All’università qualcuno sorrideva del fatto che preferivo di gran lunga sguazzare tra i fanghi organogeni e le sabbie mobili delle paludi di pianura, o frugare tra i campi di cereali in cerca di piante ed animali interessanti, piuttosto che aspirare alle vette del centro Sardegna, poco esplorate e ricche di rari endemismi… io rispondevo (e risponderei tutt’ora) sempre allo stesso modo: quaggiù il mondo cambia davvero in fretta, così in fretta che le piccole cose, già snobbate da tutti, finiscono per scomparire senza lasciare nessuna traccia neppure nella memoria degli uomini.
E’ un’idea, questa dell’attenzione alla piccola scala, che mi convince sempre di più, e che si applica molto bene anche nell’ambito della divulgazione scientifica e dell’educazione ambientale.
Per questo motivo tutti i post che leggerete nel blog Natura.in.Marmilla dedicati a luoghi ed itinerari naturalistici, saranno riferiti a singole località, ad angoli di territorio, a scorci di una natura non necessariamente mastodontica, ma che merita sempre per bellezza ed originalità. I miei saranno piccoli itinerari, che vorrei dedicare a tutti quei luoghi del mio territorio sui quali quasi nessuno si sofferma. Veri tasselli centimetrici del nostro paesaggio e delle storie dei tanti uomini che palmo per palmo hanno dato un nome a quasi ogni moggio di terra.
Perdonatemi quindi se non leggerete mai un post sull’intero Monte Arci, o sulla Jara manna: sono territori troppo estesi, troppo articolati per poterne parlare sbrigativamente in un solo unico post di insieme.
Ve li racconterò, assieme a tanti altri, in tempi lunghi, un piccolo itinerario dopo l’altro.
Oggi dai vetri della mia cucina assisto alla visita puntuale di una coppia di cinciallegre (“i banditi”, come ormai le chiamiamo in casa), abituate a rubare le mandorle da un cesto lasciato in veranda.
Il piacere di osservare questi animali indisturbati nel proprio giardino è unico, ed è lo stesso di vent’anni fa.
Io adoro le piccole cose. Sono sempre stato attratto dai luoghi semplici, dalla piccola scala, dai particolari umili, da quegli elementi di tutti i giorni che in tanti ignorano ma che visti da vicino vantano tutte le qualità per poter essere considerati di massimo valore, vitali.
All’università qualcuno sorrideva del fatto che preferivo di gran lunga sguazzare tra i fanghi organogeni e le sabbie mobili delle paludi di pianura, o frugare tra i campi di cereali in cerca di piante ed animali interessanti, piuttosto che aspirare alle vette del centro Sardegna, poco esplorate e ricche di rari endemismi… io rispondevo (e risponderei tutt’ora) sempre allo stesso modo: quaggiù il mondo cambia davvero in fretta, così in fretta che le piccole cose, già snobbate da tutti, finiscono per scomparire senza lasciare nessuna traccia neppure nella memoria degli uomini.
E’ un’idea, questa dell’attenzione alla piccola scala, che mi convince sempre di più, e che si applica molto bene anche nell’ambito della divulgazione scientifica e dell’educazione ambientale.
Per questo motivo tutti i post che leggerete nel blog Natura.in.Marmilla dedicati a luoghi ed itinerari naturalistici, saranno riferiti a singole località, ad angoli di territorio, a scorci di una natura non necessariamente mastodontica, ma che merita sempre per bellezza ed originalità. I miei saranno piccoli itinerari, che vorrei dedicare a tutti quei luoghi del mio territorio sui quali quasi nessuno si sofferma. Veri tasselli centimetrici del nostro paesaggio e delle storie dei tanti uomini che palmo per palmo hanno dato un nome a quasi ogni moggio di terra.
Perdonatemi quindi se non leggerete mai un post sull’intero Monte Arci, o sulla Jara manna: sono territori troppo estesi, troppo articolati per poterne parlare sbrigativamente in un solo unico post di insieme.
Ve li racconterò, assieme a tanti altri, in tempi lunghi, un piccolo itinerario dopo l’altro.